Dalle prime luci dell’alba, in Roma e nelle città di Viterbo, Terni, Padova, Lecce, nonché in Spagna ed in Austria, i Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti, della Guardia Civil in Spagna e della Polizia Austriaca hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 38 persone indagate, a diverso titolo, per associazione per delinquere finalizzata alla frode telematica per il gioco d’azzardo illegale, riciclaggio, intestazione fittizia di beni ed estorsione, aggravate dal metodo mafioso.
Il provvedimento restrittivo si basa sulle risultanze acquisite dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci nell’ambito di un’indagine denominata convenzionalmente “Jackpot”, che ha consentito di accertare l’operatività di uno strutturato sodalizio criminale che vede in Salvatore Nicitra il promotore e l’organizzatore, affiancato da alcuni dei suoi più stretti e fedeli sodali, tra i quali Rosario Zarbo, Francesco Inguanta e Antonio Dattolo. Nicitra, già ritenuto elemento di spicco della criminalità organizzata romana, attraverso la sua organizzazione criminale, aveva assunto il controllo – con modalità illecite – di parte del mercato della distribuzione e gestione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo in ogni sua forma (slot machine, videolottery, giochi e scommesse on.line, ect) con particolare riferimento ai quartieri ubicati nel quadrante Nord.
style="text-align: justify;" />L’associazione a delinquere disvelata aveva conseguito, mediante modalità mafiose, la gestione ed il controllo di attività economiche nel settore del gioco d’azzardo, vero e proprio core business del sodalizio, destinando parte degli introiti all’usura e recuperando, attraverso metodi estorsivi, i crediti derivanti da tale attività. Le slot machines, collocate presso numerosi esercizi commerciali e regolarmente dotate di autorizzazione di pubblica sicurezza e sottoposte al controllo dell’AAMS, erano gestite in maniera apparentemente lecita dal Nicitra, il quale si serviva di varie società quali la JACKPOT srl, la LAS VEGAS Srl, e da Francesco Inguanta mediante la società EURO GAMES ed altre imprese intestate a prestanome.
Oltre alla "onduzione di tali attività “lecite” connesse al gioco d’azzardo, Nicitra e i suoi sodali gestivano la distribuzione di giochi illeciti tipo “totem”, “virtuali” e “lotto clandestino”, molto spesso installati e/o proposti nei medesimi locali pubblici a cui avevano imposto le slot machine regolari. Le attività investigative hanno, poi, documentato che la gestione dei giochi d’azzardo illeciti, poiché vietati dalla normativa vigente e non sottoposti al controllo dell’A.A.M.S., consentivano al Nicitra di accumulare ingenti risorse economiche, anche perché non sottoposte ad alcuna imposizione fiscale.
L’ex bossa della Banda della Magliana" oltre all’associazione dedita all’illec"ta gestione del sistema di giochi a distanza (utilizzando tecniche informatiche che consentono l’elusione dei controlli da parte dell’AAMS) aveva sviluppato un’ulteriore sodalizio criminale finalizzato alla commissione dei delitti di riciclaggio di ingenti somme di denaro attraverso importanti centri finanziari internazionali, di reimpiego nell’economia legale delle risorse illecite accumulate attraverso la distribuzione e la gestione dei giochi illeciti, di fittizia intestazione di beni, nonché di emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, e tanto per prevenire possibili controlli e l’applicazione di misure di prevenzione ed ablative.
Contemporanea"ente, le indagini si sono focalizzate anche su fatti omicidiari di cui si è reso protagonista Salvatore Nicitra, verificatisi nel quartiere romano di Primavalle alla fine degli anni ’80, ad eccezione di un evento avvenuto all’interno dell’O.P.G. di Aversa, con la morte di Giampiero Caddeo, deceduto, il 10.08.1983, a causa del crollo di una parte divisoria della sua cella, per l’esplosione della bomboletta di un fornello a gas, innescato dal Nicitra per uccidere Roberto Belardinelli che, in quel momento, era accidentalmente assente.
In particolare, il 12.11.1988 più uomini armati esplosero numer"si colpi d’arma da fuoco, in zona Primavalle, contro tre soggetti, tra i quali Paolino Angeli, attinto mortalmente, Franco Martinelli, che rimase ferito e Roberto Belardinelli il quale, a seguito di complicazioni successive al proprio ferimento, morì il 17.12.1988.
Ap"ena 12 giorni dopo, in zona Primavalle, venne ucciso Valentino Belardinelli, fratello di Roberto. Nella circostanza, la vittima venne colpita con svariati colpi d’arma da fuoco esplosi da due soggetti, mentre stava per rincasare insieme alla fidanzata Loredana Labrozzi, peraltro in stato interessante.
L’individuazione di Nicitra quale mandante ed esecutore dei predetti "venti omicidiari è stata possibile a seguito di un’approfondita rivalutazione delle dichiarazioni rese, tra il 1994 ed il 1995, da un collaboratore di giustizia vicino al Nicitra, riscontrate da elementi oggettivi contenuti nei fascicoli d’indagine degli omicidi e dalle convergenti dichiarazioni di altro collaboratore di giustizia della medesima estrazione criminale.
Infine, i militari del Nucleo Investigativo di Roma stanno eseguendo una mis"ra di prevenzione patrimoniale, emessa dal Tribunale di Roma Sezione Misure di Prevenzione su richiesta della DDA, nei confronti di Salvatore Nicitra, Francesco Inguanta e Rosario Zarbo, già destinatari di misura cautelare in carcere.
In particolare, il decreto di sequestro dei beni anticipato, finalizzato alla"confisca, ex artt. 20 e 24 D.Lgs 159/2011, quale misura di prevenzione patrimoniale, colpisce il patrimonio riconducibile ai tre predetti soggetti, consistente in 37 beni immobili, anche di pregio, di cui 33 ubicati in Roma e Provincia e 4 ubicati in Palma di Montechiaro (AG), 19 società di cui 2 nel settore della ristorazione, 6 nella gestione di sale giochi e scommesse, 3 società immobiliari e 8 società di servizi, ubicate a Roma e Provincia, 130 rapporti finanziari/bancari, 25 veicoli di cui 8 autovetture, 16 motocicli e un ciclomotore, per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro.Sono estranee all’associazione per delinquere, ma ritenute comunque concorrenti "ei reati di riciclaggio aggravato dalla transnazionalità le quattro donne, finite ai domiciliari, che ruotano attorno alla figura di Salvatore Nicitra. Nelle conversazioni intercettate dai carabinieri, preferivano chiamarlo con il nome di battaglia ‘Sergio’ (usato nei suoi 12 anni di latitanza) per garantirgli una sorta di protezione. A Rita, la figlia del boss, il gip Vilma Passamonti attribuisce “un ruolo centrale nell’attività di investimento e occultamento delle ricchezze di origine criminale del padre, di cui, essendo incensurata, è sistematico prestanome”.A carico della compagna di Nicitra, Chantal Anne Richard, invece, grava un “elevatissimo” risch"o di fuga: in una conversazione intercettata dell’ottobre del 2015 con Salvatore Nicitra, è proprio lei a proporre di scappare all’estero in caso di problematiche di natura giudiziaria e di fronte alla prospettiva di un sequestro patrimoniale. C’è poi la madre del boss, Francesca Inguanta, anche lei nella veste di prestanome del figlio, “dotata di potere decisionale in virtù del ruolo ricoperto all’interno della famiglia”. A chiudere la lista delle donne protagoniste del provvedimento restrittivo c’è Monica Lo Savio, che per i carabinieri fiancheggiava il marito Giovanni Nardone, imprenditore colluso, autore di un’operazione di autoriciclaggio a beneficio di Nicitra, con denaro dall’Italia diretto alla Slovenia, a sua volta veicolato a società correlate agli ambienti dei casinò sloveni e consegnato alla fine al boss.
Il Dipartimento Politiche Sociali ha aggiudicato il servizio di Unità di contatto su strada e di ‘educativa territoriale’ per interventi di prevenzione e riduzione del rischio di devianza, in favore di persone di minore età. L'attività parte il 1° settembre. Obiettivo: interventi rapidi in situazioni critiche, per inserire o re-inserire persone di minore età (italiani, stranieri e stranieri non accompagnati) – a grave rischio o già emarginati – e per prevenire la devianza (prevenzione primaria) o l’aggravarsi del disagio (prevenzione secondaria) nel contesto scolastico, lavorativo e sociale.
Il progetto, per realizzare importanti azioni ‘di rete’, è in sinergia operativa con il “Servizio di contatto per interventi di prevenzione dei rischi e riduzione del danno, rivolto a persone che si prostituiscono, con particolare attenzione alle vittime di tratta sessuale”. Altre finalità: la prevenzione di processi di stigmatizzazione ed emarginazione sociale di soggetti a rischio; la ri-socializzazione di soggetti in condizioni di emarginazione grave, attraverso l’accompagnamento ai servizi; il sostegno a famiglie in difficoltà; l’integrazione operativa delle risorse sul territorio. Il progetto si inserisce nel quadro della Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
L’unità, operativa per 24 mesi e almeno 72 ore settimanali (orario 11- 23), avvierà percorsi informativi su problemi giovanili anche in aree in cui la presenza di minori stranieri non accompagnati è potenziale causa di fenomeni di intolleranza. Composta da un’équipe specializzata nel lavoro di strada con soggetti giovani a rischio devianza, agirà in luoghi strategicamente scelti per l’elevata frequentazione giovanile (piazze, parchi, stazioni ferroviarie e metropolitane che ospitano centri di accoglienza ecc.). Le professionalità coinvolte, formate ed esperte, saranno: il responsabile, gli educatori di strada, gli animatori territoriali e i mediatori linguistico-culturali.
“Un ‘lavoro di strada’ che cerca le persone di minore età più difficili da raggiungere”, spiega l’assessora Laura Baldassarre (Persona, Scuola e Comunità Solidale). “La questione della tutela dei minorenni e del contrasto a comportamenti deviati nei loro confronti è accesa. Attraverso questo servizio andiamo incontro ai giovani per stare con loro e sensibilizzarli con personale qualificato. L’unità raccoglierà anche informazioni importanti su punti di ritrovo, criticità, bisogni e caratteristiche dei destinatari, per meglio comprendere modalità e fenomeni ‘sommersi’ e per offrire risposte sempre più efficaci”.
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Dalle prime luci dell’alba, circa 300 Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, stanno portando a termine un’operazione per il contrasto della criminalità sul territorio romano, per i reati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, armi ed estorsioni, aggravati dal metodo mafioso, il bilancio ha portato in carcere 39 persone L’operazione odierna è l’esito di un’articolata attività investigativa, avviata nel Febbraio del 2016, ha delineato l’esistenza di un’organizzazione dai connotati mafiosi, dedita principalmente alla gestione del monopolio del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti, nell’area est della Capitale. Gli investigatori, superando un inaspettato muro d’omertà, frutto della forza di intimidazione dell’organizzazione criminale che gestiva le piazze di spaccio di Tivoli e Guidonia, riuscivano dapprima a sequestrare 1 kg di cocaina a due giovani “spacciatori”, e poi a dimostrare che entrambi erano disciplinati soldati di una più ampia organizzazione, che ha nel suo nucleo dirigente, persone legate dal vincolo di sangue, ed inseriti in un’ampia rete criminale di tipo piramidale.
Il sodalizio si era imposto nell’area est della Capitale, attraverso una serie di aggressioni e minacce gravi in danno di pusher concorrenti e di acquirenti insolventi (in alcuni casi si giungeva a violenti pestaggi dei malcapitati, ai quali veniva imposto il pagamento dei debiti di droga), esercitando un’azione di controllo del territorio a mezzo vedette
TRUFFA DELLO SPECCHIETTO. ARRESTATO UN 28 ENNE ROMANO
Conseguente alla denuncia di un anziano 70enne, i Carabinieri della Stazione Roma Tor Tre Teste hanno arrestato un italiano di 28 anni, già noto alle Forze dell’Ordine, con l’accusa di truffa aggravata e continuata.
Il truffatore, ieri pomeriggio, in via del Campo, all’incrocio con via Ghini, si è avvicinato al finestrino dell’auto condotta dall’anziano, accusandolo di avergli fatto cadere a terra il cellulare danneggiandolo, dopo essere stato colpito dallo specchietto retrovisore. Facendo leva sulla vulnerabilità della vittima, il truffatore è riuscito a farsi consegnare una banconota da 50 € e il numero di cellulare.
Il giorno seguente il 28enne è tornato alla carica, ha chiamato la vittima chiedendogli ulteriori soldi poiché quelli già dati non bastavano per effettuare la riparazione del danno. La vittima a questo punto ha capito che si trattava di una truffa e, per paura di ritorsioni fisiche nei propri confronti, è andato presso la Caserma dei CC di zona per denunciare il fatto che si era occorso.
Nel pomeriggio di ieri, all’incontro tra i due si sono presentati anche i militari che sono intervenuti subito dopo lo scambio di denaro. Dopo l’arresto il truffatore, vecchia conoscenza dei militari, è stato portato in caserma e successivamente condotto presso la propria abitazione agli arresti domiciliari. Tutto ciò in attesa del prosieguo che giudizio mediante rito abbreviato.
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LADRO DI BICICLETTE . CATTURATO L’ESECUTORE DEL FURTO COSTOSO
Ieri pomeriggio, i Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato, per furto aggravato, un cittadino delle isole Bahamas, di 48 anni, senza fissa dimora, nullafacente e già noto alle forze dell’ordine per precedenti penali specifici.
I militari, a seguito di una segnalazione giunta al 112, sono intervenuti in via Vetulonia, ed hanno bloccato il ladro mentre, si stava allontanando in sella ad una costosa bicicletta rubata poco prima. L’uomo armato di un arnese da scasso, trovato dai militari nelle tasche del giubbotto, a seguito della perquisizione personale, ha forzato la catena che teneva legata la bici ad un palo e si è impossessato del mezzo a due ruote. La bici è stata poi restituita al legittimo proprietario.
Il 48enne dopo l’arresto è stato portato in caserma e trattenuto con l’accusa di furto
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DENUNCIA A PIEDE LIBERO PER UN GIOVANE ROMANO PARTICOLARMENTE “ ESAGITATO”
E’ stato sorpreso dai Carabinieri operanti nel quartiere africano di Viale Libia mentre, alla guida della sua Smart, stava parlando al cellulare, una pericolosa abitudine che con alcol e alta velocità è tra le cause principali di incidenti stradali. Il protagonista della vicenda è un romano di 26 anni: i militari hanno deciso di fermarlo per contestargli la sanzione prevista dal Codice della Strada, ma lui, per tutta risposta, ha dapprima tentato di allontanarsi con l’auto, poi, infastidito dalle “lungaggini” delle verifiche, ha inveito contro i Carabinieri minacciandoli più volte e opponendo resistenza alle operazioni di controllo. Il suo atteggiamento ha costretto i militari a portarlo in caserma dove è emerso che il ragazzo era anche sprovvisto della patente di guida, che aveva smarrito qualche giorno prima.
Alla fine, il 26enne, oltre ai verbali di infrazione al Codice della Strada, ha “guadagnato” una denuncia a piede libero per minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, guida senza patente e utilizzo di dispositivi radiotelefonici durante la giuda senza l’ausilio di viva voce o auricolari.
di MC ROTA
Era riuscita ad appropriarsi del campionario di una nota casa produttrice di elettrodomestici lasciato da una rappresentante nel bagagliaio della sua auto rimasta in panne nella neve su via Cristoforo Colombo. La ladra, una donna nomade di 32 anni domiciliata nell’insediamento rom dell'Eur, ha approfittato dell’assenza della proprietaria del veicolo e, forzata la serratura, ha portato via il borsone contenente ricambi per elettrodomestici per un valore di 3.500 euro, salendo velocemente a bordo di un’auto dove la stava aspettando un complice per darsi alla fuga.
Un passante ha notato la scena e ha dato una dettagliata descrizione del veicolo in fuga, dando così la possibilità ai Carabinieri del Nucleo Radiomobile, intervenuti in zona dopo pochi istanti, di intercettarlo nei pressi del campo nomade di roma sud. La donna è stata, dunque, rintracciata e sottoposta a fermo con l'accusa di furto aggravato in concorso. Sono in corso ulteriori indagine da parte delle forze dell'ordine tese all'individuazione del socio " in affari " della donna autrice del colpo ai danni del povero malcapitato di turno che fortunatamente non è andato a buon fine.
di MC ROTA
Grazie al protocollo EVA, realizzato dalla Polizia di Stato per il contrasto alla violenza di genere, emergono ogni giorno situazioni di soprusi fisici e psicologici che, invece, sarebbero restate confinate tra le mura domestiche.
Il protocollo nasce dalla volontà di ottimizzare la previsione di un legge, quella sul femminicidio e la collaborazione con le forze di polizia, che sono sempre presenti sul territorio. L’obiettivo, infatti, è quello di cogliere il concetto di flagranza, che è alla base della legge, per poter intervenire e eventualmente arrestare nel caso in cui l’episodio per cui si interviene non fosse stato il primo. Con tale azione, infatti, episodi di violenza ripetuti si intercettano, si mettono a rete e dopo il terzo episodio si può procedere all’arresto.
Gli agenti erano in possesso di preziose informazioni preliminari sul caso specifico, prima ancora di intervenire per una “lite in famiglia violenta” nel quartiere Collatino poco prima di mezzogiorno di sabato scorso.
I polizziotti hanno trovato S.M. , un 30enne italiano, scalzo, fuori la sua abitazione, mentre la moglie, piangendo, dalla finestra, richiamava l’attenzione degli agenti, urlando che era stata picchiata. L’uomo, dopo essersi rifiutato di fornire le proprie generalità, ha provato a staccare uno specchietto da uno scooter li parcheggiato ma è stato bloccato; la furia dello stesso non si è fermata neanche quando, con le manette di sicurezza ai polsi, è stato messo nell’auto di servizio ed ha spaccato con i piedi uno dei finestrini. La vittima racconterà invece che poco prima, il marito, al culmine dell’ennesima lite, l’aveva colpita con un comodino procurandole un grosso ematoma all’addome e una brutta ferita alle labbra.
Ma la giornata di violenza di S.M. non è terminata; quando, negli uffici del commissariato Torpignattara, ha capito che, grazie alle informazioni del protocollo EVA, oltre ad essere arrestato per le violenze nei confronti degli agenti ed il danneggiamento dell’auto di servizio, era diretto a Regina Coeli per le violenze nei confronti della moglie, ha cercato di auto lesionarsi e si è scagliato nuovamente contro i poliziotti che cercavano di farlo desistere da tale gesto.
A causa delle ripetute colluttazioni e percosse hanno dovuto far ricorso alle cure ospedaliere sia la donna che un agente, che ne avranno rispettivamente per 25 e 15 giorni
di MC ROTA
Aderendo alla richiesta della sindaca Raggi, lascio la vicepresidenza della commissione cultura. Lo faccio con il rispetto che ho sempre avuto nei suoi confronti, convinta che agisca in base a motivazioni assai ragionate e competenti". Con un post pubblicato ieri su Facebook si è così dimessa da vicepresidente della commissione culturale del comune di Roma Gemma Guerrini, distintasi in queste settimane per una vera e propria crociata contro l'arena del Cinema America in piazza San Cosimato a Trastevere dove risiede, battaglia perseguita già dallo scorso anno. A far superare il segno, facendo così arrivare l'intervento della sindaca, le dichiarazioni in cui Guerrini definiva da "feticisti" guardare "vecchi film", riferendosi proprio all'arena del Pd, e apostrofando l'iniziativa culturale (che ha ricevuto l'appoggio con una lettera appella di decine di attori e registi, l'ultimo ad aderire ieri Martin Scorsese) come mera "propaganda per il Pd".
Partiti i lavori di consolidamento e riqualificazione della parete tufacea che sostiene il Belvedere Caffarelli e via di Villa Caffarelli, sul versante del Colle Capitolino che si affaccia su via del Teatro di Marcello. Un tratto geologicamente fragile, la cui sottostante area verde si snoda intorno a importanti resti storici e archeologici, tra cui la “casa del luparo” (dove viveva il custode della lupa un tempo rinchiusa in gabbia alle pendici del Campidoglio, simbolo vivente dell’Urbe insieme all’aquila).
L’intervento, promosso da Roma Capitale (Assessorato alla Crescita Culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali), oltre a mettere in sicurezza l'area, renderà di nuovo fruibile il giardino che si estende lungo questo lato del colle, emblema di romanità, attraverso percorsi pedonali ridisegnati sul tracciato storico e accessibili anche ai disabili. Un sistema di rampe e vialetti, intervallati da nuove sedute, riporterà in auge questo lato del parco ideato negli anni ’30 del Novecento, caratterizzato da slarghi e terrazze panoramiche che si affacciano sul Teatro di Marcello. Tra le novità, la realizzazione di un nuovo sistema di illuminazione che evidenzierà elementi morfologici, archeologici e storico-artistici di questa parte dell’antico Mons Capitolinus.
Il progetto, redatto dai tecnici della Sovrintendenza Capitolina con il supporto alla progettazione di Zètema Progetto Cultura, ha ottenuto il parere favorevole della Soprintendenza statale competente sulla tutela. L’intervento, finanziato da Roma Capitale per un costo complessivo di quasi un milione 129mila euro, viene realizzato, a seguito di gara con evidenza pubblica, dal raggruppamento di imprese Celletti Costruzioni Generali Srl – Holding Servizi e Partecipazioni Srl. La conclusione delle opere è prevista per la fine del 2020.
Tragedia a Roma dove un carabiniere è stato ucciso a coltellate. L’omicidio si è consumato a Prati. Per il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega non c’è stato nulla da fare, è deceduto dopo essere stato trasportato d’urgenza in ospedale.Secondo quanto si apprende il militare di 35 anni è deceduto, in servizio, questa notte, a Roma dopo essere stato accoltellato da un individuo, probabilmente un cittadino africano nel corso di un servizio per assicurare alla giustizia gli autori di un furto con tentativo di estorsione in via Pietro Cossa, a Prati.
Blindati gli accessi al monumento. Troppi visitatori e i vigili far rispettare alla lettera il regolamento che tutela le fontane storiche della capitale, evitando così tuffi e comportamenti ritenuti inappropriati. Rabbia e delusione tra i turisti
Fontana di Trevi, sabato pomeriggio di metà luglio, centinaia di visitatori si assiepano attorno alla vasca, altrettanti alle loro spalle attendono il loro turno per avvicinarsi a uno dei monumenti simboli di Roma. Ma arrivano gli agenti della Polizia Locale che con cortesia ma decisione cominciano ad allontanare i visitatori e a stendere il nastro giallo all’ingresso del monumento. I vigili hanno interrotto prima e contingentato poi l’accesso a Fontana di Trevi per poter far rispettare l’ordinanza che tutela le fontane storiche di Roma, impossibile da ottemperare visto l’assalto al monumento. Il regolamento, che dopo gli ultimi tuffi nelle fontane storiche avrebbero chiesto di far rispettare alla lettera, vieta di “sedersi, sdraiarsi o arrampicarsi per qualsiasi motivo, ovvero porre in essere qualsiasi altra condotta non compatibile con la loro naturale destinazione. Tutti i divieti interessano ogni parte della fontana monumentale comprese eventuali scale o scalinate”. Tanta delusione tra i turisti per una scelta che, senza dubbio, è destinata a far discutere. Negli scorsi anni, terminato il restauro firmato da Fendi, si era anche parlato di recintare l’area della Fontana regolando l’accesso con dei tornelli limitando l’accesso. L’ultimo tuffo nella fontana è dello scorso 5 luglio: protagonista un bimbo di 7 anni che, incoraggiato dai genitori si è lanciato nell’acqua di Fontana di Trevi.
Ieri sera sempre in zona Trastevere un'ennesimo episodio di violenza questa volta nei confronti di una ragazza, anche lei indossava una maglietta bordeaux - simbolo antifascista - che oramai deve essere percepito , da questi ragazzi, dai primi accetamenti della Digos graviterebbero negli ambienti di estrema destra, come il,classico fumo negli occhi.
Quattro persone sono state identificate alcune appartengono a Blocco Studentesco, organizzazione giovanile di Casapound .
Il mondo del cinema indipendente rende omaggio, a un anno esatto dalla scomparsa, al regista Tonino Zangardi e al suo Quando corre Nuvolari. Nella serata di oggi Il direttore artistico del Cinema Aquila Mimmo Calopresti accoglierà gli artisti che negli anni hanno lavorato con Zangardi, fra loro gli attori-autori Angelo Orlando e Nico Cirasola, gli interpreti Antonino Iuorio, Claudio Botosso e Luca Lionello, il produttore Gianluca Curti. Saranno inoltre presenti i fratelli di Tonino, Loredana e Marco (quest'ultimo interprete di molti film di Zangardi), assieme agli amici Carmine Amoroso, Francesco Calogero e Mia Arfuso, esponenti di pregio del cinema indipendente italiano.
Fino al 14 agosto l’Associazione Culturale Stalker propone un ciclo di esplorazioni urbane gratuite dal titolo A-Ghost City, alla scoperta di una Roma diversa e imprevedibile. Quattro camminate notturne attraverseranno altrettante aree vicino al centro cittadino ed esterne alla cinta muraria per scoprire quei luoghi “modificati” dal buio e dal silenzio. Le camminate saranno introdotte la sera prima dagli incontri della Scuola Serale di Urbanesimo Nomade e gli itinerari saranno accompagnati da performance, living monuments e lezioni tenute dall’associazione Stalker e dagli ospiti invitati, di volta in volta, ad introdurre gli appuntamenti. Le quattro camminate in programma, tutte con partenza dalla fermata della metropolitana di Termini, arrivano rispettivamente alla fermata di Porta Furba, alla fermata di Garbatella passando per Piramide, alla fermata di Quintiliani passando per la stazione Tiburtina, alla fermata di Bologna passando per la stazione Libia.
Unscritto happening lungo una notte vissuta in presa diretta dala sottoscritto. Un on the road alla ricerca di luogi, persone che hanno b scritto una pagian molto importante nella storai dei vari tennatativi completare proecssi di integrazione ccon le varie comunità di migranti che si sono avvincendati nella nostra città in tempo si diceva "aperta" oggi non so. Dicevo le varie comunità negli anni ''50/'60 per lo più imeridionalidi anni 70/90 asiatico e zona di guerr. vari luoghi sombolo sono stati atraversati dal luogo dove venne trovato morto il ............. Cpon qualche divagazione storica archelogia ho saputo che attigua alla porta Maggiore c'è l'effigge di un forno .............. Come seguendo un filo di Arianna la passeggiata "amarcord" sota alla pantanella altro luogo storicodi occupazione rivendicazione di un diritto di cittadinanza da parte degli ospiti dell'ex pastificio "Pantanella" occupato dai migranti e gruppi di volntariato che si impegnavano in questa difficile e mritorio esempio di possibile integrazione cvon l'altro ......tutti speravano nella ragionevolezza dei molti politici interventi nel dibattito che bisohna stigmatizzare ieri come allora non è qualità che contraddistingue la nostra classe politica. Eccocci al Mandriano da mandria l'attività praticata in questa zona sud deòlla città dei Rom che costruirono capanne senza ne luce ne acqua corrente. Don francesco Sardelli prete che costruì una capanna e li faceva scuola ai ragazzi
. Purtroppo manco a dirlo anche questa bella ipotesi che per un certo tempo si concretizzò e diede i suoi frutti naufragò miseramente oer una logica dlegato alla riqualificazione dell'area. I sinti subirono una vera e propria deportazione nella zona di Ostian - Quartiere Armellini. Un bell'esempio di ghettizzaziione di un popolo. E poi ci lamentiamo dei fenomeni della famiglia Casamonica e Spada proveniente da quella triste esperienza. Dato che la storia si ripete oggi si sta praticando kla stessa brutta pratica di speculare sui migranti, Mafia Capitale docet, e poi scaricarli alla prima occasione utile con dispendio di denari pubblici e danni sociali che scarichiamo sulle generazioni future....Applausi!!!!!!!
Il respoconto sta volgendo al termine, non abbiate paura, alla fontana di porta Furba dove una collaboratrice di Stalker, l'associazione che cure il progetto A-Ghost City, che ci legge una bella lettera, densa di emozioni e ben scritta, fatta dai ragazzi all'allora Presidente della Repubblica imputando a loro il fatto che la non felice conclusione del percorso di integrazione inziato avrebbe certamente pregiudicato il loro futuro.
Ospiti del pittore cosentino Alfredo Pirri nella sua casa accostata all'acquedotto Felice econ vista sulla ferrovia sotto una tenda, come i Tuareg, mangiamo frutta e aspettiamo fino alle prime luci dell'alba ( le passeggiate inziano circa verso le 23.00 per concludersi all'alba)degli ospiti , poi scopriremo di origine Rom, che però non verranno. Viste le ultime vicessitudini dello smantellamento dei campi Rom di Massimina e del Solone forse non gli sim potranno dare tutti i torti ......forse penseranno giustamente di questi come dei politici c'è poco da fidarsi.
Firmato Gr
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