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Confusione totale per i trasporti romani. Sono state abolite 3800 corse, 200 autobus rimasti in deposito.
L’app dell’Atac in tilt, i romani e non solo sono sconcertati e stufi. Secondo l’assessore ai trasporti questo taglio delle vetture aiuterà i cittadini a non illudersi e, dando degli orari precisi e aggiornando le corse, tutto funzionerà meglio. Meleo giustifica il disagio attribuendo i debiti ai precedenti gestori di Atac.
Intanto le manutenzioni dei veicoli aspettano, con tempi che non hanno una scadenza ben definita. Dal Campidoglio fanno sapere che entro 90 giorni la capitale dovrebbe ricevere i 150 autobus vinti.
Già ad agosto era stato chiesto quanti autobus fossero realmente funzionanti a Roma, ma non è arrivata nessuna risposta ufficiale. Meleo continua con l’affermare che pur comprendendo il disagio dei cittadini, veri responsabili sono i vertici uscenti dell’Atac.
In tutto questo “scarica barile” il disagio rimane solo e soltanto ai cittadini che vivono un quotidiano disagio aspettando alle banchine l’arrivo di questi autobus fantasmi: sono state stimate corse che da febbraio ad oggi continuano a scendere: – 7,9% a febbraio, – 8,1% ad aprile, – 12,2% a giugno e – 10% a luglio.
di MC ROTA
Sogni e speranze velocemente interrotti. Roma aveva mostrato di credere nella rivoluzione pentastellata. La capacità di governare, di amministrare, in questo caso conta poco o nulla. Il sindaco, la Giunta, la leadership grillina ha mentito. Ha mentito ai romani, agli elettori, ai media. E’ abbastanza normale purtroppo che i politici mentano, negando verità spiacevoli fino e oltre l’evidenza della menzogna, a questo siamo abituati dopo anni di familiarità con una realtà sgradevole e imbarazzante. Ma il Movimento Cinque Stelle aveva promesso di essere diverso. E ha tradito gli elettori.
Quello che più ci fa rimanere attoniti è la considerazione che non c’era bisogno di mentire. Bastava solo evitare di mentire prima, bastava mettere in atto le promesse fatte in campagna elettorale, che risuonano nelle mente da Piazza del Popolo quando proprio la Raggi additava i predecessori “politici “ di ruberie e corruttele varie. Ed è questo il vero tradimento, al quale non c’è rimedio. Roma si è trovata in mano a delle persone di buona volontà ma modeste, dilettanti allo sbaraglio, paga le invidie, le rivalità di un gruppo dirigente immaturo e non completamente avulso da quel tessuto politico-clientelare romano. La delusione toglie lucidità, ma le domande vengono spontanee. Adesso come se ne esce? Il Movimento come reagirà? Qualcuno penserà al futuro di Roma o si giocherà al massacro, privilegiando interessi personali o di gruppo, alimentando una faida inutile e fine a se stessa?
Difficile pensare che la Giunta Raggi ceda le armi, che si arrenda. Ha avuto un mandato e questo va portato avanti. Ma il recupero di credibilità rischia di essere una impresa disperata. La parola dimissioni compare nelle dichiarazioni dell’opposizione, ma il M5s non si esprime su questo punto. E certo Roma non può permettersi di ricominciare da capo, di tornare ad un commissario, di rimettere in piedi una campagna elettorale.
Il sindaco grillino governerà da solo, con il suo partito pur enormemente colpevole prenderà le distanze e lascerà che l’esperienza capitolina maturi per conto suo. Paradossalmente i sondaggi, per quel che valgono, sembrano indicare una sostanziale indifferenza degli italiani nei confronti della crisi romana.
di MC ROTA
“Allo stato non risulta alcuna cancellazione della candidatura”. Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, risponde ad un’interrogazione sulla candidatura di Roma ad ospitare le Olimpiadi del 2024 al question time alla Camera. “Il progetto di candidatura – ha aggiunto Padoan – è operativo da oltre un anno”, anche se oggi è in corso di valutazione da parte della nuova Giunta capitolina, e “i fondi in Legge di stabilità sono indispensabili per coprire attività svolte e da finalizzare”.
“Le dichiarazioni di Padoan sulle Olimpiadi? La nostra posizione non cambia: ora non sono la nostra priorità”. Così il presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito (M5s) a margine della seduta d’Aula.
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