Nel suo Offshore. Paradisi fiscali e sovranità criminale Alain Deneault compie un’operazione tanto coraggiosa quanto impegnativa, e cioè quella di ridefinire le categorie del pensiero politico moderno, come Stato di diritto, sovranità politica, giustizia, legge e crimine,
A Roma città c´è una vera e propria rete criminale. Clan Ierinò alla Borghesiana, Casamonica a Tor bella Monaca e all´Anagnina, clan Senese a Centocelle, ‘ndrina Sergi Marando a San Basilio, ‘ ndrina Morabito al Flaminio e la ex Banda della Magliana ad Ostia. E´ soprattutto la periferia il terreno fertile della criminalità organizzata della capitale.. Nell´area romana ‘Ndrangheta e Camorra sono presenti soprattutto in imprese commerciali (supermercati, autosaloni, ristorazione, negozi di abbigliamento). Il Lazio è la seconda regione nella graduatoria di diffusione del reato d´usura, per il traffico di stupefacenti segue la Lombardia e precede la Campania. Secondo la mappa geo-economica dei gruppi criminali operanti sul territorio della nostra Regione60 alle 67 organizzazioni criminali per un totale di circa 300 mafiosi. Venticinque le cosche appartenenti all´ndrangheta, 17 alla camorra, 14 a Cosa nostra e 2 alla Sacra corona unita, oltre a vari clan e cosche siciliani l´insieme del tessuto amministrativo e politico nella maggioranza dei comuni della Regione finora ha mostrato una buona tenuta, anche se, soprattutto in alcuni comuni delle province di Roma, Frosinone e Latina, i tentativi di infiltrazione nella macchina amministrativa e politica sono in atto da tempo, e avvengono attraverso l´arrivo di insospettabili figure imprenditoriali, soprattutto nei settori dell´edilizia e del commercio, che stabiliscono rapporti collusivi con il personale politico e amministrativo locale: su 378 comuni laziali sarebbero una cinquantina i comuni dove risultano attività della criminalità. Tutte associazioni impegnate a fare affari con lo smaltimento dei rifiuti, sfruttando gli appalti delle grandi opere, l´edilizia residenziale, la distribuzione dei prodotti ortofrutticoli, nel settore turistico e della ristorazione, nelle società del settore della sanità.
Clan mafiosi e "ndrine" hanno ''interesse a costituire articolazioni logistiche nel Lazio e soprattutto a Roma, e ad utilizzare le opportunita' economico-commerciali per il reinvestimento di profitti illecitamente accumulati o per l'avvio di attivita' imprenditoriali. In particolare il territorio romano sembra essere stato scelto dalle organizzazioni criminali per proficue iniziative finanziarie, volte ad occultare i patrimoni illeciti attraverso sofisticate iniziative, che rendono particolarmente complessa l'azione di contrasto''. E' quanto sottolinea , in conclusione anche dalla Direzione nazionale antimafia, nella 'Relazione annuale sulle attivita' svolte dal procuratore nazionale antimafia nonche' sulle dinamiche e strategie della criminalita' organizzata di tipo mafioso nel periodo 1 luglio 2009-30 giugno 2010'.
Inoltre anche un recente studio sociologico e criminologico effettuato, dall'Osservatorio per la lotta alla criminalità del Lazio, ha messo insieme il maggior numero di dati e di informazioni ricavate dalle indagini e dalle inchieste della magistratura e delle forze dell´ordine, prendendo in esame i fatti e le figure più rilevanti dal 2000 e, in alcuni casi, ripercorrendo vicende criminali risalenti anche al decennio precedente, per concentrarsi in particolare sulle azioni delle organizzazioni criminali dell´ultimo quinquennio. Se sul nostro territorio Arrivando alla seguente conclusione nella città di Roma se c´è la camorra o l´ndrangheta è perché c´è ricchezza. Bisogna combattere la microcriminalità senza dimenticare di farci carico delle persone deboli, perché anche nelle baraccopoli esistono fenomeni di racket.
Davanti al Parlamento come a Madrid, per fermare il decreto omnibus e il tentativo di annullare i referendum su acqua e nucleare. Da domani piantiamo le tende per salvare la democrazia. In nome dei beni comuni
La regolamentazione delle concessioni balneari è da oggi ancor più confusa grazie al decreto legge che il Consiglio dei Ministri ha varato alle 11:53, chiamato “Decreto Sviluppo”. Il terzo punto prevede l’istituzione nei territori costieri dei distretti turistico-alberghieri per rilanciare
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