Il Palazzo delle Esposizioni presenta uno dei maggiori protagonisti dell’arte americana, il cui lavoro, radicale e innovativo, ha avuto un grande impatto sulla cultura visiva contemporanea, in particolare su quella italiana degli anni Sessanta.
Nell'ampia mostra antologica dedicata a Jim Dine (Cincinnati, USA, 1935), realizzata in stretta collaborazione con l’artista e curata da Daniela Lancioni, sono esposte oltre 60 opere, datate dal 1959 al 2016, provenienti da collezioni pubbliche e private, europee e americane.
Un esaustivo apparato iconografico restituisce la memoria visiva dei celebri happening, raccontati in mostra dalla voce dello stesso Jim Dine, e una selezione di video interviste, permette di familiarizzare con la figura dell'artista.
Jim Dine, Putney Winter Heart (Crazy Leon), 1971-1972 | Musée d’art moderne et contemporain de Saint-Étienne Métropole ©Y. Bresson/MAMC+
Nonostante la sua popolarità, Jim Dine rimane un artista difficilmente catalogabile in virtù soprattutto della sua volontà d’indipendenza e del suo rifiuto a identificarsi nelle categorie della critica, della storia dell’arte e del mercato. Sono esemplari l’autonomia e la libertà con le quali da sempre si rapporta al panorama dei valori accertati. Lo dimostrano le sue vicende biografiche e i suoi lavori tenacemente aderenti alle esperienze vissute, "ineducati" e "inquietanti", come talvolta sono stati definiti.
Un nucleo importante della mostra è costituito dalle opere che Jim Dine ha donato nel 2017 al Musée national d’art moderne – Centre George Pompidou di Parigi e che l’istituzione francese ha reso generosamente disponibili per quest’occasione.
Cospicui sono i prestiti delle opere storiche provenienti da collezioni europee, private e pubbliche, tra queste ultime il Museo di Ca’ Pesaro Venezia e il MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (entrambi questi musei prestano opere della collezione Sonnabend), il Louisiana Museum of Modern Art a Humlebaek in Danimarca, il Kunstmuseum Liechtenstein a Vaduz.
Una selezione di opere viene dagli Stati Uniti, tra cui i due celebri dipinti degli anni Sessanta A Black Shovel. Number 2 (1962) e Long Island Landscape (1963), appartenenti alle collezioni del Whitney Museum di New York. Dalle collezioni americane arrivano anche Shoe del 1961 e The Studio (Landscape Painting) del 1963, presentati entrambi dall’artista alla Biennale di Venezia del 1964.
Nell'opera dell'artista si declina il linguaggio della pittura attraverso percorsi dedascalisi e poemi come nel caso della sala dedicata a Pinocchio. Jim Dine ha voluto nella sua esposizione romana sintetizzare le caratterisriche salineti della sua opera tesa a rappresentare un'ottoca dedicata al contemporaneo. Altre due peculiarità la facilità con cui esercita forza vive nel mettere in scene le sue rappresentazioni e la fascinazione intrisa di un continuo rinnovamento.
E’ stata inaugurata sabato 23 novembre la nuova mostra di antiquariato, collezionismo e vintage “Roma antiquaria”, in esposizione alla Fiera di Roma fino al 1 dicembre (Ingresso Est, Pad. 2, biglietto 8€, per ulteriori informazioni romantiquaria.it). Già presente lo scorso anno tra le proposte al pubblico del complesso fieristico di via Portuense 1645, sotto il nome di Oltre l’Arte, si presenta oggi in una veste rinnovata e senza dubbio più ambiziosa, che mira a diventare il più importante punto di riferimento di settore per tutto il Centro Sud.
Sono oltre 60 gli espositori, italiani ed esteri, che propongono in questa nuova cornice espositiva curiosità e oggetti d’arte provenienti da tutto il mondo: mobili, dipinti, ceramiche e porcellane, bronzi, marmi, argenteria, gioielli sono solo alcuni degli articoli che compongono l’offerta delle gallerie antiquarie che hanno aderito all’iniziativa. E così si potrà passeggiare tra i grandi capolavori d’arte nazionale ed internazionale, dalla pittura fino all’ebanisteria d’ogni epoca e provenienza, passando per curiosità come il salotto Chesterfield di Mariangela Melato oppure il letto in ferro battuto proveniente dalla casa romana di Giacomo Balla.
Un evento, quello di Roma Antiquaria, che si rivolge senz’altro ad investitori e collezionisti, ma che apre le proprie porte anche a semplici appassionati e spettatori. Spirito dell’iniziativa, infatti, è anche quello di proporre al pubblico - come in un vero e proprio museo - una serie di eventi collaterali che arricchiscono ulteriormente l’offerta degli espositori. Sono infatti presenti, oltre ad alcuni spazi dedicati all’editoria e alle pubblicazioni di settore, tre diverse rassegne accessorie.
“De Chirico e il suo tempo. Oltre la metafisica” è la mostra in cui si propongono 25 opere realizzate dai più grandi maestri d’arte del ‘900 italiano, tra cui Sironi, Balla, Guttuso e Morandi.
“Automi, colori e pubblicità visionaria nell’universo futurista di Fortunato Depero”, dove si propongono 40 opere di uno dei protagonisti del movimento futurista italiano, che ha rivestito, in particolare, un ruolo di grande rilievo nella grafica pubblicitaria del primo Novecento.
Ed, infine, non poteva mancare “Il mobile da collezione - L’arte e la storia del mobile dal XIV al XVIII secolo”, una mostra sulla storia del mobile e del collezionismo, vera anima dell’evento.
Roma Antiquaria rappresenta una occasione unica per il mondo dell’antiquariato e dell’arte, che restituisce alla Capitale quella che dovrebbe essere la sua vocazione per eccellenza, vale a dire la cura e l’amore per il mondo del bello e dell’antico. Che sia, quindi, la prima di una serie di iniziative che possano riportare la Città ad avere il ruolo che, per storia e tradizione, gli spetterebbe di diritto.
Firmato Pier Paolo Greco
Andrea Camilleri è morto all’ospedale Santo Spirito di Roma dove era da tempo ricoverato. Non ci sarà nessun momento pubblico per le esequie. Per volontà dello scrittore e della sua famiglia non ci sarà camera ardente e il funerale si svolgerà in forma privatissima. Solo dopo la sepoltura – a quanto si apprende – sarà reso noto il luogo in cui riposeranno le spoglie dell’autore, in modo da rendere possibile la visita ai tanti che lo hanno amato.Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali.
Sono pochissimi gli scrittori veri che, oltre a diventare popolari per i loro libri, riescono ad essere amati anche come personaggi. Andrea Camilleri, 93 anni, era uno di questi e ha usato questa sua forza mediatica per raccontare di sé e del suo amato commissario Montalbano, ma soprattutto per intervenire sul sociale, per cercar di far arrivare ai suoi lettori, che sono tantissimi, alcune idee base di democrazia e eguaglianza e dignità che sapeva bene oggi purtroppo non sono più da dare per scontate.
La sua importanza come artista e intellettuale è stata proprio in questo costante impegno nella scrittura legata alle idee (si vedano un libro quale ‘Come la penso’ del 2013 o le sue prese di posizione sul governo Berlusconi e oggi verso Salvini), proposte con la sua aria bonaria ma anche con un preciso vigore, con quel guizzo negli occhi che rende vero e vitale quel che si sta dicendo, senza perdere forza nemmeno ora che gli occhi gli si erano spenti. E i modi per dirlo, oltre a quelli diretti delle interviste su temi caldi del momento, sono anche quelli dei romanzi, in particolare quelli costruiti su influenza di Sciascia partendo da un avvenimento storico del passato più o meno recente, ma tutti alla fine incentrati sul nodo dei rapporti tra potere e malavita organizzata.
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