Si tratta della fine di una realtà industriale tra le più storiche del nostro paese, che dal 1947 è stata il simbolo di un'Italia che riusciva ad andare nel mondo sull'onda della ricostruzione,del miracolo economicoe dell'approdo
Via al referendum! Per la prima volta, in Italia, sono proprio le Regioni, (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto), preoccupate per le conseguenze ambientali e per l’effetto boomerang sul turismo del Belpaese ad indire il voto Popolare.
Sostanzialmente nel referendum si chiede agli italiani se vogliono abrogare la parte di una legge che permette,a chi ha ottenuto concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro 12 miglia dalla costa,di rinnovare la concessione fino all’esaurimento del giacimento. Il quesito del referendum, letteralmente, recita:
Volete voi che sia abrogato l'art. 6, comma 17 , terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 20106, n. 152, " Norme in materia ambientale ", come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208" Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriannuale dello Stato ( legge di stabilità 2016) "., limitatamente alle seguenti parole:" per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale"?
I possibili approcci legislativi al fenomeno della prostituzione sono ancora oggi, in Europa e nel mondo, molto diversificati. La semplice assenza di criminalizzazione di prostitute e clienti associata alla rilevanza penale del favoreggiamento, tipica dell’abolizionismo che ispira la nostra legge Merlin, differisce ad esempio dall’approccio neoproibizionista che considera responsabili penalmente i clienti ma non le prostitute, in vigore in Svezia e in dirittura d’arrivo in Francia. D’altro lato c’è l’esperienza di Olanda e Germania, che hanno scelto nuove forme di legalizzazione, mentre in Nuova Zelanda è in corso da qualche anno un interessante esperimento di decriminalizzazione.
di Giulia Garofalo Geymonat, daMicroMega 5/2014 - "Il corpo della donna tra libertà e sfruttamento"
Decine di volte ho scritto, in saggi e articoli, contro i lager di Stato o, se l’espressione vi sembrasse eccessiva, dei Guantanamo italiani. Ma altra cosa è essere messa brutalmente di fronte alla loro realtà materiale e umana, alla loro concreta essenza d’istituzione totale.
Alla sproporzione paradossale e funesta tra il numero di forze dell’ordine, di ogni corpo, e quello degli internati, attualmente 55 uomini e 18 donne. All’orrore di lunghi, allucinanti corridoi di sbarre, dove i più camminano come fantasmi e qualcuno urla senza sosta la propria angoscia. All’agitazione contagiosa di persone, anche giovani, cui è stata inflitta la “doppia pena”: il lager subito dopo il carcere. Allo squallore di camerate prive d’ogni arredo e colore. Allo stanzino angusto e senza finestre, con un logoro materassino di gommapiuma gettato sul pavimento come giaciglio.
In occasione della "marcia repubblicana", che dopo gli attentati di Parigi ha riunito quasi quattro milioni di persone in Francia e diverse decine di migliaia in Europa, i manifestanti hanno ricordato che la libertà e la democrazia non sono negoziabili e che sono più forti dell'odio e del fanatismo. Adesso tocca all'Europa assumersi le proprie responsabilità e raccogliere la sfida.
Sono tanti gli esuberi a causa della fusione tra Alitalia e Ethiad. Naturalmente il costo ricadrà sui contribuenti, le responsabilità sono di molti.
Dopo ex premier ora anche ex Cavaliere. Silvio Berlusconi gioca d’anticipo e con una lettera inviata alla federazione dei Cavaliere del lavoro annuncia l’autosospensione dall’incarico. Una mossa, spiegano i suoi uomini, costata cara all’ex capo del governo che prima di tutto si è sempre considerato un imprenditore: Nonostante sia un imprenditore da oltre 50 anni scelgo di fare un passo indietro prima che sia il mio mondo a mettermi in discussione. Berlusconi è «amareggiato» spiega il suo consigliere Giovanni Toti, ma per nulla pronto a mettersi da parte: resto in campo, dovranno farsene tutti una ragione, continua a ripetere ai suoi uomini.
Dopo più di due anni di tentativi e vertici di emergenza, la crisi dell'Eurozona non mostra alcun segno di miglioramento. La soluzione passa attraverso una politica che separi la crisi bancaria da quella del debito sovrano. È necessario perciò creare una Autorità di risoluzione europea, con il compito di identificare le banche che hanno subito gravi perdite, risanarle o liquidarle. L'Autorità dovrebbe disporre di garanzie fiscali fornite dall'Esm. E con una reale unione bancaria, potrebbe svanire il bisogno di ricorrere agli Eurobond.
Nel paese dove le imprese hanno una proprietà concentrata e dove si difende a oltranza l’italianità delle imprese “strategiche” (a cominciare da Alitalia), il Ministro del Tesoro si vanta di avere fatto diventare Banca d’Italia una public
Si tratta della fine di una realtà industriale tra le più storiche del nostro paese, che dal 1947 è stata il simbolo di un'Italia che riusciva ad andare nel mondo sull'onda della ricostruzione,del miracolo economicoe dell'approdo
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