Dal 9 ottobre al 30 gennaio, la PIXAR, presso il Palazzo delle esposizioni a Roma, si racconta. Dal 1986 ad oggi, ha rivoluzionato il modo di creare storie e personaggi intramontabili. Con Toy Story, il primo cartone animato interamente al computer, a Coco, il più recente, la Pixar ha segnato la vita di svariate generazioni.
La casa di produzione cinematografica nasce, dopo essere stata acquistata da Steve Jobs, nella seconda metà del novecento negli Stati Uniti. Dal 2006 è di proprietà della Walt Disney Company. Come racconta Maria Grazia Mattei, la curatrice dell’edizione italiana della mostra, quest’ultima si propone di elogiare e mettere al centro il lavoro umano, le arti e i saperi. I lavori incredibili creati fino ad oggi sono stati effettuati da team costituiti da registi di fama mondiale e creativi che utilizzano strumenti di lavoro tradizionali, come matite e tempere, e digital media all’avanguardia. La sinergia del team è tutto, come ricorda in una citazione l’art director Tia Kratter: “E’ un lavoro completamente di squadra. Non c’è niente di individuale. Ogni scelta è frutto di una collaborazione tra persone con differenti talenti che si incontrano per fare qualcosa insieme”.
La mostra è divisa in sezioni, all’origine delle quali vi sono i cortometraggi. I primissimi sono stati diretti da John Lasseter, che con il suo team, ha dimostrato la possibile collaborazione tra l’evoluzione della tecnologia e l’arte della creatività. Creatività è la parola chiave. Gli artisti, in fase di sviluppo, sono resi interamente liberi di creare, senza alcun vincolo, dando spazio solo alla loro immaginazione. E’ questo forse il segreto delle tante vittorie, che non sono mai ottenute con la fortuna, ma sono solo il frutto di un grande lavoro.
Nei film Pixar, i mondi rappresentati non emulano il mondo reale, svelano un mondo che esiste e vuole essere credibile. Gli artisti, infatti, si catapultano in questi illimitati mondi immaginari e poi creano delle leggi che li regolano attraverso disegni e dipinti. Vi è poi uno studio culturale, etnografico ed etnobotanico a seconda del mondo prescelto. I personaggi, invece, sono dei mezzi tramite i quali lo spettatore deve essere trascinato all’interno della storia. Il personaggio è pieno di desideri, pensieri e passioni, e solo così nel personaggio è possibile ritrovare noi stessi. Questa mostra, come tutti i film della Pixar, appassiona, incuriosisce e meraviglia, lasciando a bocca aperta bambini e adulti.
Firmato MC ROTA