Anche quest’anno è stata la capitale ad ospitare l’esposizione di innovazione tecnologica più grande d’Europa: la Maker Faire. Sono stati 10 i padiglioni che dal 1° al 3 dicembre hanno ospitato la mostra che spazia dall’intelligenza artificiale al design, dalle colture idroponiche alla realtà virtuale; su una superficie di 100.000 metri quadrati sono state presenti 400 start up. Tante sono le nuove leve che, provenienti da tutta Italia, sia nelle vesti di maker, che in quelle di visitatori sono accorsi alla mostra. Grande spazio dedicato ai 27 mila studenti partecipanti alla fiera, ai quali è stata riservata un’apertura anticipata venerdi 1° dicembre alle ore 9.00. Protagoniste indiscusse le donne maker che sempre di più si appassionano a questo campo, circa il 25% in più rispetto allo scorso anno. Anche la Laura Boldrini, in visita alla fiera, ha affermato che è sempre più importante che, oltre ai bambini, siano le bambine ad imparare ad essere programmatrici, per abbattere ancora di più il gender gap.
La fiera si propone di essere un trampolino di lancio per molti giovani. Uno dei tanti apripista è stato il Campionato Universitario Makers che ha deciso di disputare la finalissima proprio all’apertura della fiera. Dopo varie tappe nelle principali città italiane, quali Roma, Milano, Torino e Bari, i vari team si sono contesi il podio creando dei progetti per abitazioni del futuro su piattaforme Arduino. Sono i giovani quindi, che più di ogni altro, ripongono delle speranze in questo futuro “smart”. Molteplici le università presenti, di cui 5 straniere e i centri di ricerca.
Grande leader della fiera è stato anche il cibo, con un padiglione interamente dedicato all’agricoltura digitale, food design, smart kitchen. Dalla creazione di pancake richiesti esclusivamente dal visitatore alle spiegazioni approfondite riguardo il rapporto cervello stomaco.
di MC ROTA