A cinquant'anni dalla morte del mitico Totò, è stata realizzata una mostra che fa conoscere a chi non ha avuto il piacere, e ricordare a chi è stato amante di quest'uomo, il principe Antonio de Curtis, uno dei maggiori interpreti italiani del Novecento.
A far immergere il visitatore nella vita, negli amori e nelle passioni dell'artista ci saranno documenti personali, cimeli, lettere, disegni, costumi, fotografie, installazioni e testimonianze.
L'associazione Antonio De Curtis in arte Totò e il Comune di Napoli hanno voluto che la msotra, dopo il grande successo avuto nella capitale partenopea, sbarcasse nella Capitale d'Italia. Alessandro Nicosia e curata dal giornalista Vincenzo Mollica hanno curato l'organizzazione.
"Lui, modestamente, lo nacque", fu un artista a 360 gradi, una figura poliedrica, non solo attore di cinema e teatro, ma poeta e autore di canzoni indimenticabili.
Il principe de Curtis riteneva le sue opere scritte dei gioielli da custodire gelosamente poichè probabilmente erano lo specchio più autentico della sua anima malinconica e notturna: Non c’è nessuna discrepanza - diceva – tra la mia professione (che adoro) e il fatto che io componga canzoni e butti giù qualche verso pieno di malinconia. Sono napoletano e i napoletani sono bravissimi nel passare dal riso al pianto.
Toto è stato un attore che ha attraversato tutta l'arte, dal cubismo al dadaismo, dall'ermetico al pop. La sua lingua e la sua comicità, frutti di un’improvvisazione che si raffinava e perfezionava nel tempo, erano un’invenzione continua, anarchica, archetipa, le cui radici- la fame, l’amore, il sesso, la risata, la malinconia-si perdono nella notte dei tempi e allo stesso tempo profumato dall’elettricità artistica di tutto il novecento.
Varie le sezioni espositive dove è possibile ammirare i disegni realizzati da Pier Paolo Pasolini per la Terra vista dalla luna, episodio del film Le streghe interpretato da Totò, i disegni di Federico Fellini, che in lui vedeva un artista senza tempo, fino ad arrivare a quelli realizzati negli anni ’50 da Ettore Scola per la rivista satirica Marc’Aurelio E ancora sono esposti i disegni realizzati da fumettisti celebri come Crepax, Pratt, Manara, Onorato e Pazienza, una serie di fotografie che ritraggono Totò insieme ai grandi personaggi del Novecento e una poesia scritta da Paolo Conte e dedicata al grande interprete napoletano.
Un’ampia sezione della mostra è dedicata al suo rapporto con il cinema, che lo ha visto protagonista di 97 film, e ripercorre la sua lunga carriera attraverso i manifesti e le fotobuste che lo hanno reso celebre al grande pubblico.
Il suo rapporto con il teatro è raccontato e rivisitato attraverso i costumi di scena, filmati d’epoca e installazioni multimediali. Un aspetto meno noto di Totò è il suo rapporto con la pubblicità lo ha visto testimonial di alcuni prodotti italiani di quegli anni, come la Lambretta e la Perugina, che lo scelse come volto per pubblicizzare il suo famoso Bacio. Non mancano infine le sue poesie, come la celebre ‘A livella e le sue canzoni, come Malafemmena, composta da Totò nel 1951 e poi declinata in centinaia di versioni.
Legame fortissimo, l’artista, ebbe con la sua città natale Napoli, rione Sanità, dove tornava almeno una volta al mese in quanto continuava a mantenere rapporti con molti amici che li vivevano.
Ma il principe era veramente tale o solo un impostore? Toto venne, effettivamente, adottato dal marchese Francesco Gagliardi Focas che nel 1946 gli concede l’uso tale titolo nobiliare “ Antonio Griffo Focas Flavio Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio,altezza imperiale,conte palatino,cavaliere del sacro Romano Impero,esarca di Ravenna,duca di Macedonia e di Illiria,principe di Costantinopoli,di Cilicia,di Tessaglia,di Ponte di Moldavia,di Dardania,del Peloponneso,conte di Cipro e di Epiro,conte e duca di Drivasto e Durazzo”.
"Nessuno mi ricorderà" è una sezione un po defilata dell'intera mostra. E' la parte dedicata ai suoi tre funerali, il primo a Roma, il secondo a Napoli e il terzo nel Rione Sanità a Napoli, in cui era nato. Il sentito addio che la città di Napoli ha rivolto al suo grande artista doveva avere un posto unico che è stato raccontato con molta delicatezza attraverso fotografie e filmati storici.
Questo nostro artista, di un così importante spessore, rappresenta un bene culturale tra i più preziosi del secolo scorso. Una persona dalla versatilità incommensurabile, un mosaico che probabilmente nessuno riuscirà mai a comporre in maniera esaustiva, anche perché il segreto di Totò è misterioso e possiede spunti di anarchia che sono difficili da codificare.
di MC ROTA