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Monday, 22 January 2018 11:45

TEATRO SISTINA. DORIAN GRAY, LA BELLEZZA NON HA ETA'. L'OPERA DI WILDE MAGISTRALMENTE INTEPRETATA DA MARIGNETTI.

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Marignetti 3 Dopo le esibizioni in molti paesi europei lo spettacolo approda al Sistina con un obbiettivo ben preciso affidare a giovani talenti italiani uno spettacolo che esalti , con il linguaggio sofisticato ed eclettico del teatro musicale, il tema della bellezza e della sua immortalità agli occhi del tempo, ispirandosi alla famosissima opera di Oscar Wilde e un omaggio al maestro Pierre Cardin che con i sui 70 anni di carriera ha influito come pochi al settore della moda e dello spettacolo.

“DORIAN GRAY. La bellezza non ha pietà” prodotto da Pierre Cardin e dal nipote Rodrigo Basilicati, è un'opera di teatro musicale che seduce lo spettatore in un racconto psicologico e spirituale sui temi romanzati da Wilde, tra intensi monologhi teatrali e arie musicali che vanno dall'orchestrale al rock contemporaneo. Il protagonista e la fisicità della sua anima sono immersi in videoproiezioni e disegni di luce che formano geometrie oniriche proiettate su più livelli di profondità. Lo spettatore ha così la possibilità di entrare in un rapporto intimo ed emotivo con il protagonista che va oltre la quarta parete. L'opera è stata completamente ideata e scritta nei testi e nelle musiche dall'autore e compositore Daniele Martini, la direzione artistica e le scenografie dello spettacolo sono firmate dall’ingegnere e designer Rodrigo Basilicati, il nuovo allestimento sulla regia originale di Wayne Fowkes è di Emanuele Gamba. L'interpretazione del leggendario personaggio romanzato da Wilde è affidata al magnetismo di Federico Marignetti, affiancato in scena dalla danza contemporanea di Marco Vesprini e Thibault Servière nel ruolo dell'anima di Dorian.

«Nel corso della mia carriera ho sempre avuto un occhio di riguardo per i giovani talenti – spiega Monsieur Cardin –. Ho scoperto e offerto a tantissimi artisti la possibilità di esprimersi, di sprigionare sino in fondo la loro creatività nei miei spazi culturali, senza mai condizionarli: perché il rispetto per il talento esige anzitutto che sia lasciato libero. Ai molti giovani che ancor oggi vengono a chiedermi dei consigli - continua Cardin - dico sempre che devono avere il coraggio di osare, se del caso anche di provocare: senza paure e senza mai copiare! Un vero artista non può limitarsi a sognare ma deve adoperarsi quotidianamente per tradurre i sogni in realtà, senza scendere a patti con nessuno: a differenza di quanto ha fatto il Dorian Gray».

«Siamo circondati da migliaia di Dorian Gray, - spiega l'autore Martini - non hanno lo specchio ma il selfie stick. Si guardano e si fotografano in attesa che si confermi la loro esistenza. Almeno una volta nella vita tutti siamo stati Dorian Gray, Lord Henry Wotton, Basil Hallword, a volte addirittura il ritratto che giudica con occhio severo e fa da specchio all'anima. Alla luce di questo ho scelto volutamente - continua Martini - di mettere in scena un solo personaggio che racchiudesse tutti questi. Federico Marignetti ha colto una sfida attoriale e musicale molto complessa».

«La regia ha voluto mettere in scena una simbologia ricca e densa - spiega Gamba - che si è ispirata alle suggestioni di Wilde e a quelle del mondo della moda nel ruolo dei tessuti e dei colori. Si è voluto stimolare lo spettatore ad una condivisione sensoriale e onirica delle domande esistenziali più profonde del protagonista».

«Dorian Gray per me è una sfida bella e intensa sia a livello fisico che psicologico - commenta Marignetti - un'ora e trenta sempre in scena senza sosta sono una bella opportunità di crescita e sicuramente anche un grande divertimento».

«Dorian Gray è uno spettacolo tutto italiano generato da uno staff di professionisti giovani - spiega il produttore Basilicati -. Questo perché vogliamo dare visibilità alla creatività italiana esportata nel mondo e come produttori abbiamo voluto le cornici più autorevoli, onorate di celebrare questa caratteristica unica che mio zio nella sua carriera non ha mai dimenticato».

Lo spettacolo racconta la bellezza e le ossessioni di un’icona perfettamente attuale. La narrazione prende inizio nel momento in cui Dorian ha già compiuto trentotto anni ed è ormai un uomo maturo. Anche se il suo aspetto è immutato nel tempo, la sua anima, intrappolata nel dipinto che tiene nascosto da anni, porta segni mostruosi e inconfondibili di eventi inconfessabili. Ognuno di questi segni ha una storia, un’emozione, che Dorian rivive man mano che riflette sul vissuto, a cominciare dall’incontro con la propria bellezza. Insomma ci sono tutti gli ingredienti di tipo narrativo, musicale  per assistere ad uno spettacolo decisamente interessante.

La tournée italiana dopo la prima al Teatro Sistina di Roma, dall’1 al 3 febbraio, è attesa al Teatro Colosseo di Torino (13-16 febbraio), al Teatro Arcimboldi di Milano (4-6 maggio), al Teatro Il Celebrazioni di Bologna (11-12 maggio), al Teatro della Pergola a Firenze (17-20 maggio), al Teatro Petruzzelli di Bari (22-23 giugno), al Teatro di San Carlo a Napoli (31 luglio-1 agosto) e al Teatro La Fenice di Venezia (3-5 agosto).

 

di  MC ROTA

Read 6279 times Last modified on Wednesday, 28 March 2018 13:23
Maria Cristina ROTA

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