You are here: Home E’ CACCIA APERTA DEI DUE FUGGISCHI ROMENI DELLE FORZE DELL'ORDINE. INTANTO I SINDACATI DELLA POLIZIA PENITENZIARIA DENUNZIANO CARENZE STRUTTURALI DI ORGANICO
Domenica pomeriggio, dal carcere di Rebibbia, due fuggiaschi, sono riusciti ad evadere. Nei loro confronti, da parte della polizia Penitenziaria e dei carabinieri è iniziata la caccia in tutta Italia.
I due, Catalin Ciobanu e Mihai Florin Diaconescu, di origine romena, siano riusciti ad evadere dal magazzino del carcere nel braccio G11 della struttura dove era stato concesso loro di lavorare. Florin Mihai Diaconescu, aveva a disposizioni arnesi di questo tipo perchè era un lavorante: detenuto dal 2008, svolgeva come altri detenuti lavori di manutenzione all’interno del carcere
Da una prima ricostruzione di come si sia svoklga la rocambolesca evazione emerge che i due hanno segato le sbarre del magazzino situato nel reparto della casa ciircondariale, un locale all’interno degli spazi detentivi usato come deposito e posto vicino alle docce; a questo punto si sono calati dal muro esterno, alto 7-8 metri, con delle lenzuola. Arrivati a terra, si sono spostati verso l’intercinta; quindi avrebbero usato dei bastoni, realizzati unendo fra loro diversi manici di scopa, per issare e agganciare al muro di cinta, alto 5-6 metri, delle lenzuola a cui erano fissati dei ganci di metallo rudimentali realizzati dagli stessi fuggitivi. Calatisi dal muro di cinta, i due si sono poi arrampicati sulla rete elettrosaldata, superando così l’ultimo sbarramento. Nessuna auto ad attenderli per la fuga per i banditi è bastato prendere il primo autobus che passava sulla trafficatvia tiburtina così da far perdere le proprie tracce.
Immancabili sono state le lamentele da parte dei sindacati e repentina è stata la risposta del segretario generale aggiunto che ha risposto sottolineando due problemi che attanagliano questo ambito.
Da una parte la carenza del personale penitenziario nelle carceri della regione e dall’altra l’affollamento delle strutture che ospitano pregiudicati in numero molto superiore a quanti ne potrebbero contenere di norma. Da alcune dichiarazioni è emerso che, al momento dell’evasione, i penitenziari presenti, su 300 detenuti, fossero solo 2.
Il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria della struttura ci tiene, però, a sottolineare, che le loro strutture sono estremamente sicure, d’altro canto sono consapevoli delle scarse risorse che hanno a disposizione e che andrebbero necessariamente potenziate.
Firmato MC ROTA