Mitragliatrici, pistole, silenziatori e giubbotti antiproiettile. Un vero e proprio arsenale a disposizione di Mafia Capitale e del boss Massimo Carminati, che è stato occultato prima che scattasse l'operazione. Questo è quanto riferito in aula, nel corso del dibattimento processuale su Mafia Capitale, dal capitano dei Ros Giorgio Mazzoli. Il racconto del militare si basa su una seria di intercettazioni, attraverso le quali si è potuto ricostruire l’attività del gruppo criminale e ricostruire che l’ex Nar, Massimo Carminati, possedeva delle armi. Mazzoli cita, infatti, alcune convensazioni intercettate dai militari tra Carminati e il suo luogotenente Riccardo Brugia, che fanno il punto sull'arsenale di fuoco. Carminati spiega di aver richiesto due pistole Makarov 9 con silenziatore e di aver già acquisito quattro silenziatori e tre pistole mitragliatrici MP5 al costo di 25 mila euro. Discutono di caratteristiche tecniche, della necessità di avere armi silenziate che non si sente "neanche il clack" e del bisogno di dotarsi di giubbotti antiproiettile. Successivamente ancora Brugia racconta a Carminati di aver nascosto le armi all'interno di una stalla nella sua casa, ma che avrebbe sistemato le armi in appositi nascondigli in muratura dentro la propria abitazione anche grazie a alcuni lavori di ristrutturazione che di li a poco avrebbe intrapreso. Però nonostante le ripetute percuisizioni, nella casa di Burgia, le armi non verranno mai trovate. Gli inquirenti avanzano delle ipotesi, l'organizzazione sentendosi braccata avrebbe fatto sparire per tempo le armi.
Firmato MC Rota