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La Fiamme Gialle di Roma, hanno eseguito arresti e perquisizioni disposti dalla Procura della Repubblica capitolina. Sono scattate le manette nei confronti di n. 11 soggetti (di cui n. 5 funzionari pubblici in stato di arresto e n. 6 imprenditori sottoposti all’obbligo di firma. L’inchiesta si allarga poiché tra i funzionari pubblici tratti in arresto figurano due tecnici che prestano servizio al IX Dipartimento di Roma Capitale (programmazione e attuazione urbanistica). I tecnici del Dipartimento arrestati per reati di corruzione si occupavano di istruire le pratiche edilizie per il rilascio dei titoli abilitativi, quali il permesso di costruire, l’approvazione delle varianti in corso d’opera e le concessioni edilizie in sanatoria. Dagli accertamenti eseguiti è emerso che alcuni costruttori per ottenere celermente l’approvazione dei progetti edilizi senza rischiare di incorrere in lungaggini immotivate, si trovavano costretti a sottostare alle richieste illecite dei pubblici ufficiali responsabili delle pratiche.. Il sistema di malaffare e di corruzione svelato dalle indagini nel settore delle costruzioni residenziali della Capitale apre uno squarcio preoccupante sul metodo adottato dai pubblici ufficiali indagati. Si rilevano, infatti, episodi di corruzione sia nella fase preliminare, nel momento in cui venivano presentati i progetti al IX Dipartimento per ottenere il titolo autorizzativo, sia nella fase esecutiva, quando i tecnici dell’ispettorato edilizio dei vari Municipi effettuavano i controlli nei cantieri, non rilevando gli abusi. Gli uomini della Finanza hanno scoperto un vero e proprio tariffario per le tangenti. I cinque pubblici ufficiali erano coinvolti in un giro di mazzette nel settore edile: 6mila euro erano necessari per la dichiarazione di inizio dei lavori, 3mila per le pratiche di sanatoria, 8mila per le varianti e 10 mila per la dichiarazione di fine lavori. Per evadere i controlli sulle misure di sicurezza erano invece necessari 100 euro. In un episodio, per la costruzione di villette a schiera venivano richiesti 2mila euro l'una, mentre il prezzo per evitare o ammorbidire le attività ispettive della Asl era di mille euro. Per la richiesta delle tangenti, i finanzieri tramite le intercettazioni hanno scoperto l'utilizzo di una valuta fittizia, la 'latta', corrispondente a 100 euro. "In alcuni casi - ha affermato il generale Gennaro Vecchione, comandante delle Unità speciali della Finanza - abbiamo scoperto una sorta di corruzione preventiva con tangenti pagate addirittura prima che partissero i controlli". Anche per i controlli effettuati dagli ispettori della Asl in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro è stato ulteriormente rilevato come la corruzione preventiva, con il pagamento di tangenti per evitare controlli ancora prima che venissero pianificati o pensati, avesse assunto forme notevoli, consentendo l'arresto di ulteriori pubblici ufficiali. L'inInsomma l'inchiesta di Mafia capitale, partita qualche mese fa, presenta svariegate sfacettature il cui finale e ancora da dipanare da parte degli investigatori.
Firmato MC ROTA