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Friday, 06 December 2013 08:09

MADIBA EROE DELL'APARTHEID, TANGIBILE ESEMPIO PER OGNUNO DI NOI Featured

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Nelson Mandela, eroe del Sudafrica e premio Nobel per la Pace nel 1993, è deceduto giovedì 5 dicembre a causa di complicazioni di una infezione polmonare risalente ai decenni passati in carcere. A dare al mondo la triste notizia è stato il presidente del Sud Africa Jacob Zuma.

 

Mandela era stato costretto all'ennesimo ricovero in ospedale l'8 giugno scorso, per via di uno stato di salute in progressivo declino da almeno cinque anni, e che più volte lo ha costretto a disertare occasioni pubbliche.

Soprannominato Madiba, ovvero il suo nome di clan Xhosa, era nato il 18 luglio di 95 anni fa, e aveva passato circa un terzo della propria vita, ovvero 27 anni, in carcere a causa della sua più grande passione, la libertà, inserendosi in una lotta che lo terrà impegnato sin dal 1942.

È in quest'anno, infatti, che si unisce all'African National Congress, ovvero il partito che aveva come prima aspirazione il riconoscimento di diritti politici, civili e sociali alla maggioranza nera sudafricana, all'epoca vessata dal regime di apartheid imposto dalla minoranza bianca.

La lotta dell'ANC, inizialmente pacifica e ispirata a quella di Gandhi, con boicottaggi e scioperi, diventa armata a seguito di proteste sempre più violente e ad ancor più violente risposte del governo. Punto di svolta è il massacro di Sharpeville del 21 marzo 1960, in cui la polizia uccise 72 persone disarmate che protestavano per l'istituzione di una specie di passaporto per i neri, facendo estinguere la credibilità del regime a livello internazionale, costretto a isolarsi verso un mondo sempre più ostile all'apartheid. Ciononostante, il governo decise di passare a maniere ancora più forti, arrivando alla messa al bando delle organizzazioni per i diritti civili, e l'ANC fu costretto alla clandestinità e alla lotta armata, che Mandela appoggiò.

Divenuto capo della fazione armata dell'ANC Mandela fu poi arrestato nel 1963 e ritenuto colpevole di sabotaggio, tradimento e cospirazione (ma si riconobbe colpevole solo della prima imputazione) e quindi condannato all'ergastolo nel 1964, divenendo il detenuto numero 46664.

Nonostante la più che decennale prigionia Mandela non fece mai passi indietro nella lotta all'apartheid: sorretto dalle sue letture e in particolare dalla poesia Invictus, Mandela nel 1980 riuscì a inviare un manifesto all'African National Congress in cui continuava a incitare alla lotta.

Dopo aver rifiutato (forse conscio della fragilità del regime) la libertà condizionata in cambio della rinuncia alla lotta armata nel 1985, Mandela fu finalmente scarcerato nel 1990, a seguito di pressioni in tal senso sempre più crescenti sia all'interno (ovvero dall'ANC) che dall'esterno. Il suo rilascio fu ordinato da Frederick Willem de Klerk, presidente del Sudafrica, che sarà insieme a Nelson Mandela il protagonista della fine dell'apartheid e a sua volta celebrato con il premio Nobel per la pace nel 1993.

Nel 1991 Mandela divenne capo del partito e poté correre per la presidenza del Sudafrica, battendo proprio de Klerk, che tuttavia fu nominato Vice Presidente per dimostrare la volontà di pacifica riconciliazione. Durante la sua presidenza Mandela guidò la transizione dal regime di segregazione razziale alla democrazia, riuscendo nell'opera di riconciliazione nazionale, avvenuta con il plauso della comunità internazionale, nonostante alcuni errori in altri ambiti della sua presidenza, come l'inefficiente lotta alla diffusione dell'AIDS e alcune amicizie controverse in ambito internazionale.

Nel 1999 decise di ritirarsi a vita privata, continuando tuttavia ad essere un simbolo del Paese per cui ha sacrificato quasi trent'anni della sua stessa libertà. Lascia un Paese che, nonostante l'uguaglianza formale davanti alla legge, vede ancora i neri lontani dalla ricchezza dei bianchi. Pur con un'economia ruggente (per gli standard africani), il Sudafrica conta ancora un quarto della propria popolazione costretto a vivere con meno di 1,25 dollari al giorno (attuale soglia di povertà estrema per l'ONU). Eppure il PIL pro capite sudafricano risulta essere al terzo posto fra i cosiddetti BRICS, dopo Russia e Brasile. Il Sudafrica, seppur orfano di Mandela, dovrà combattere ancora perché le differenze cessino non solo in senso formale.

 

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