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Thursday, 31 October 2013 16:53

Banda delle Baby prostitute. Alcol, sesso e droga Featured

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Mary, Lelly e le altre due. Sono loro le ragazze della "crew" dei Parioli: una vera e propria banda di quattro studentesse liceali capitanata dalle due baby prostitute fermate lunedì dai carabinieri. "Inseparabili noi". "Il quartetto per sempre". E ancora: "La mia crew sovverte lo stato hasta la muerte". Frasi scritte sui social network dalle studentesse minorenni e ripetute nelle tante foto in cui, tutte insieme, mostrano i tatuaggi con armi e cuori spezzati socchiudendo le labbra.



"Sono indivisibili. Le si vede spesso in discoteca, fino a notte fonda, o a piazza Fiume, dove tutti sanno chi sono" spiega un ragazzo di Roma nord, che le quattro amiche le conosce bene. "Ma hanno una pessima reputazione. Sono spericolate. Si ubriacano, bestemmiano, fanno casino. Su di loro circolano tantissime storie. E tutte terribili... Si dice che gli piaccia divertirsi con i loro coetanei e che con molti di loro abbiano fatto anche sesso. E che una delle quattro rubi spesso la macchina dei genitori, una Smart, per andare poi insieme alle altre in discoteca: due davanti e due nel bagagliaio".

"Amano i brividi e il pericolo. Le sfide. Come quando  -  racconta sempre l'amico delle ragazze  -  una delle due baby prostitute è stata fermata dai carabinieri, pochi mesi fa, a Ponza. Ed è dovuta venire la madre da Roma a riprenderla e portarla via".

Mary e Lelly sono le più "localare", dice ancora il ragazzo. "A loro piace divertirsi, andare a ballare a Spazio 900, all'Atlantico, al Piper. Dipende da dove c'è la serata migliore. E sono disposte a spendere anche trentacinque, quaranta euro a volta per entrare nel privè. Ma solo da qualche mese: prima non pagavano certe cifre, e si accontentavano della pista".

Avevano prenotato un tavolo in discoteca anche per questa sera Mary e Lelly. Volevano trascorrere la serata di Halloween in una festa a Palazzo dei Congressi. Le due ragazze finite nell'inchiesta per prostituzione minorile e finite in comunità, ovviamente non potevano sapere che non sarebbero mai arrivate all'incontro fissato lunedì pomeriggio per pagare la quota della serata. Settanta euro a testa. Centoquaranta in coppia, come sempre, quando non erano con il resto della "crew".

"Sapevamo tutti anche che a volte usavano qualche droga. Il resto non se lo aspettava nessuno. Ma negli ultimi tre mesi avevamo notato dei cambiamenti. I vestiti nuovi, le borse di marca. I tatuaggi colorati da 200, 300 euro l'uno comparsi in questo periodo, le spese folli per le serate e i soldi per la droga e per l'alcol".

Capire che dietro l'identità nascosta delle due baby prostitute romane si celavano le loro amiche di sempre, per i ragazzi di Roma nord è stato semplice. "Il nome d'arte scelto dalle due è

 

lo stesso con cui le chiamiamo noi e che usano tra di loro. Ma a leggere sui giornali del blitz dei carabinieri del nucleo investigativo ci è preso un colpo", spiega a voce bassa ancora il ragazzo. "Soprattutto perché su uno dei clienti, Riccardo Sbarra, finito in cella qui a piazza Fiume girano un sacco di voci. Ad esempio che sia il commercialista di tanti proprietari di locali della zona e che la sera gli piaccia stappare anche bottiglie da cinquemila euro".

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