Handelsblad. Secondo il docente di geografia finanziaria dell'Università di Amsterdam le "guerre civili", l'"effetto valanga" e altre catastrofi evocate "dai famosi think-tank, dagli economisti di fama mondiale e da istituti di credito giudicati più o meno stabili" non sono affatto "ipotesi realistiche". Anche se "dovesse verificarsi il doloroso addio della Grecia all'eurozona paventato da molti, è poco probabile che l'esempio venga seguito da altri paesi", sottolinea Engelen.
"Certo, se la Grecia risulterà insolvente e reintrodurrà la dracma i creditori meno scrupolosi (Bnp Paribas, Dexia, Commerzbank) crolleranno". Ma la verità è che "questi istituti di credito dipendono già dalle banche centrali. Nel gergo bancario vengono chiamati 'dead man walking' [come i condannati a morte in cammino verso il patibolo]. Non è detto che il fallimento della Grecia cambi qualcosa. E allora perché tante previsioni apocalittiche? Personalmente vedo una sola ragione plausibile: le banche, con le minacce e il ricatto, stanno cercando ancora una volta di far pagare ai contribuenti le conseguenze della loro incompetenza".