contro la decisione di prorogare la chiusura della discarica». E Nando Bonessio, presidente dei Verdi del Lazio rincara la dose: «Con la proroga i romani continueranno a pagare a Manlio Cerroni (il proprietario della discarica di Malagrotta ndr ) 264 mila euro al giorno: quasi otto milioni di euro al mese. Questi sono i costi del "non cambiare metodo", che tanto piace alla Polverini e ad Alemanno».
L'ultima proroga sarebbe scaduta il 30 giugno. Sulla struttura alla periferia della Capitale è ancora aperta una procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea, poiché in essa, violando una direttiva comunitaria, viene ammassata spazzatura non trattato, così come viene prelevata dai cassonetti.
Stando a quanto più volte affermato dai vertici del Consorzio Colari, che gestisce l'impianto, a Malagrotta c'è spazio appunto fino a fine 2012: «Le volumetrie residue - si legge non ultimo in una lettera del presidente del Colari, Manlio Cerroni, indirizzata lo scorso 2 maggio al ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - consentiranno il conferimento dei rifiuti non oltre il corrente anno». con un atto separato e distinto, dalla scelta del nuovo sito per la discarica provvisoria dei romani. Nel corso dell'audizione di fronte alla commissione bicamerale Ecomafie di qualche giorno fa, il prefetto Sottile ha affermato che, se potrà contare su determinate condizioni (trattamento meccanico biologico a regime, aumento significativo della raccolta differenziata), potrebbe anche non indicare il nuovo sito contestualmente alla proroga di Malagrotta, prendendo così altro tempo per effettuare i dovuti rilievi e verifiche. «Stiamo lavorando per trovare una soluzione - spiega lo stesso commissario - ma occorre potenziare i Tmb e la raccolta differenziata». sperimentale dei rifiuti dell'Ama con 13 piattaforme idrauliche di cassonetti interrati «a scomparsa», posizionate in via della Villa di Lucina alla Garbatella, nell'XI Municipio. Le piattaforme che ospitano ciascuna un cassonetto collocato due metri e mezzo sotto il livello stradale e che sono raggruppate in postazioni da 6, 4 e 3 contenitori. Per lo svuotamento i compattatori dell'Ama con un telecomando azionano un congegno che fa risalire i cassonetti e li assicura al camion stesso. L'opera è costata circa 200 mila euro e l'assessore all'Ambiente di Roma Capitale, Marco Visconti, ha annunciato che «stiamo studiando con Ama una delibera quadro perché nei nuovi quartieri venga utilizzato questo sistema».
Ogni piattaforma presenta un'apposita «bocca» esterna, in acciaio, con apposite plance informative che guidano l'utente nel conferimento corretto dei rifiuti separati. Ogni bocca esterna, infatti, è contrassegnata dall'elenco dei materiali conferibili, a seconda della tipologia di rifiuto prevista nel contenitore collocato all'interno della piattaforma: carta, cartone e cartoncino devono andare nel cassonetto bianco; vetro, plastica e metallo nel cassonetto blu. I materiali non riciclabili, invece, vanno gettati nel cassonetto verde/grigio.