hanno dato il via alle proteste già dalle 6 e 30 del mattino alla fermata della linea A Subaugusta; in un comunicato diffuso in mattinata ACAB spiega: “le obliteratrici sono state sigillate e siliconate, sono stati attaccati ovunque adesivi contro il carovita e con lo slogan 'Atac gratis' e infine, onde evitare un disservizio all'utenza, sono state aperte le uscite di emergenza per far affluire la grande ondata di gente che, già alle prime ore del mattino, stava riversandosi sulle banchine. L’azione - prosegue il comunicato - dimostra l'indisponibilità della cittadinanza a ripianare i bilanci in rosso della giunta Alemanno con un aumento dei costi di servizi che dovrebbero essere un diritto libero di ogni cittadino; occorre riaffermare, anche attraverso la mobilitazione e l'azione diretta di sabotaggio delle macchinette obliteratrici, un principio fondamentale: il trasporto pubblico è un servizio sociale e non una merce qualsiasi”.
L’Atac intanto ha annunciato di aver presentato già ieri una querela alla Procura della Repubblica, ipotizzando il reato di istigazione a delinquere e istigazione a disobbedire alla legge contro coloro che incoraggiano i cittadini a evadere l’obbligo di pagare il biglietto.
Ma se per i romani - che già ieri avevano “bocciato” l’Atac con un sondaggio che dimostra che il 93% degli utenti ritiene “scadente” il servizio offerto - l’aumento delle tariffe è una “vergogna”, il primo cittadino, Gianni Alemanno, ritiene che “passare da 1 euro a un 1,50 non è una vergogna, è un fatto di sostenibilità dei costi”. Immediata la replica di Fabio Nobile, segretario Pdci-Fds e consigliere regionale: “al contrario di quanto pensa e dice il sindaco Alemanno, l'aumento dei biglietti per il trasporto romano è molto più che una vergogna. È uno scandalo che ai cittadini venga chiesto di pagare di più senza avere nulla di più in cambio, di risanare i bilanci in rosso di un'azienda portata al collasso da questa giunta”. La Federazione della Sinistra di Roma, con lo slogan “non paghiamo i vostri aumenti”, dà pieno appoggio alle mobilitazioni e alle proteste perché, come spiega il suo segretario Fabio Alberti, “si tratta di una giustificata forma di disobbedienza civile nei confronti di una amministrazione comunale e di un governo che premiano i ricchi e colpiscono i poveri”. Alberti annuncia inoltre che la Fds organizzerà “assemblee e iniziative di autoriduzione sparse per la città per riprenderci il diritto alla mobilità, per un servizio pubblico efficiente e di qualità”
La mobilitazione intanto inizia ad assumere varie forme in tutta la città, sia sulla linea di superficie (autobus, tram e trenini) che sulle due linee di metropolitana: ovunque, attivisti e comuni cittadini sabotano le obliteratrici, invitano a scavalcare i tornelli e a viaggiare senza biglietto; la protesta viaggia in tutta la Capitale, e presidi spontanei nascono anche alla fermata Roma Nord della Roma-Lido, e nelle stazioni metro di Battistini e Cornelia. Nel primo pomeriggio dal quartiere di San Lorenzo parte anche un corteo diretto alla sede Atac di Via Prenestina: al grido di “Atac io non ti pago” un centinaio di manifestanti blocca i binari del tram, mandando in tilt le linee 5 e 14. “Aumento del biglietto, taglio di servizi e posti di lavoro... Atac, che fai? Io il biglietto non lo pago!”, “Atac bene comune”... Così si legge su alcuni dei cartelli esposti. Intervengono i poliziotti in tenuta antisommossa per sbarrare l’accesso al deposito dei tram, il presidio prosegue senza disordini, e alla fine i manifestanti si rimettono in corteo e liberano la zona. Termina così la prima giornata di mobilitazioni contro l’aumento delle tariffe, e per affermare una nuova idea di mobilità, di trasporto pubblico e di città.