oltre che per una serie di settimanali e periodici; sempre da precaria, mai con un contratto. Insomma, una con l’esperienza fatta per strada, con i cronisti, e non in redazione a copiare e incollare agenzie. Per qualche tempo è stata la portavoce della comunità ebraica e da un anno e mezzo lavora nello staff del sindaco. E’ nipote di un uomo scampato ai campi nazisti, le sue origini sono forse tra i motivi per cui, in relazione alla sua nomina, qualche partito e qualche uomo politico ha lanciato invettive e critiche mascherate da motivazioni ideologiche. Qualcuno, come Francesco Storace, segretario e fondatore de La Destra, avrebbe preferito che Alemanno imbarcasse nella “pink Giunta” Giuliana de’ Medici, figlia di donna Assunta e Giorgio Almirante e quindi «un nome adeguato, sia per capacità sia per rilevanza simbolica» e non una «compagna che ha militato nel Pd». Sì, perché Ester Mieli è stata a suo tempo una candidata Pd,( Storace la definisce “veltroniana”):ma Alemanno l’ha scelta perché è una tecnica – così come ha fatto per la sostituta di Antoniozzi al Patrimonio - senza badare alla breve apparizione tra le fila del Partito Democratico. Semplicemente per la sua consolidata capacità di interrelazione con i colleghi giornalisti. Avrà il compito di veicolare il messaggio, di parlare con la città attraverso la stampa, niente di più. Interessa soltanto il fatto che sia in grado di farlo, niente di più. Il sindaco per una volta sembra pensare più alla sostanza che alla forma, superando colori, religioni e bandiere. Ha avuto coraggio, come ha detto qualcuno. E Ester Mieli ha bisogno di auguri e fortuna, perché con tutto quello che sta cadendo addosso ad Alemanno, ne avrà davvero bisogno. (Ra.Ma)