Ma crescono le reazioni negative alla candidatura italiana, registriamo alcune dichiarazioni da parte di Giovanni Barbera, membro del comitato politico romano del Prc-Federazione della Sinistra e presidente del Consiglio del Municipio Roma XVII.
“Auspichiamo che il governo non ceda alle pressioni, che in queste ore stanno diventando addirittura imbarazzanti, per costringerlo a lanciare formalmente la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. La verità è che ormai la governance delle grandi città si attua tramite la pratica dei grandi eventi. Attraverso tali eventi, si drenano risorse pubbliche inimmaginabili in tempi di crisi, si mobilita il mondo imprenditoriale, si stabiliscono alleanze tra lobbie, apparati dello stato, sistema della finanza, ma soprattutto si arricchiscono palazzinari, cricche e speculatori di ogni risma, scaricando nuove colate di cemento sulla città. Non ci meraviglia, pertanto, la grande mobilitazione non solo della politica, ma anche del ‘mondo degli affari’ e probabilmente anche di quello del “malaffare” . Purtroppo, spesso e volentieri, a farne le spese di tali eventi è proprio la collettività. L’esperienza anche di altri grandi città dimostra che, dopo i lauti banchetti per i grandi investitori privati, sono proprio le istituzioni pubbliche a doversi fare carico degli oneri dei grandi eventi. Ricordiamo che il debito greco ha ricevuto una potente spinta proprio con le grandi opere delle Olimpiadi di Atene del 2004, visto che lo Stato fu costretto ad accollarsi ben 20 miliardi di euro di oneri, senza ‘contropartite’ per gli interessi pubblici. Sarebbe indecente che in una situazione di crisi, in cui si tagliano i servizi pubblici e si aumentano le tasse alle classi popolari e ai ceti medi, qualcuno pensi che lo Stato sia in grado di accollarsi oneri così rilevanti, senza considerare i danni alla città e ai romani provocati da nuove ingiustificabili cementificazioni”